La Storia
 
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La Storia

Villa Tasca sorge poco distante dalla strada che conduce verso la cittadina normanna di Monreale, in una località che conserva ancora, in parte, le caratteristiche lodate dal Marchese di Villabianca: "la contrada è decorata di nobili ville e casene di delizie, con verzieri da per tutto, arricchiti da fonti ed acque".

Il racconto inizia cinque secoli fa, nella metà del Cinquecento, quando Louiso di Bologna, Barone di Montefalco, decise di costruire un sontuoso palazzo in una zona ricca di sorgenti. Gli eredi che nel tempo si sono succeduti (Camastra, Silvera, Branciforte) hanno apportato diverse modifiche fino a quando, nel Settecento, la Villa di Mezzo Monreale assunse l'attuale aspetto.

I Lanza principi di Trabia e duchi di Camastra trasformarono secondo il gusto neoclassico sia le architetture sia il giardino. L'attuale Villa Tasca diventò così "una delle più belle Ville tenute anticamente dai nostri baroni" come scriveva il Marchese di Villabianca, ed era rinomata anche per le feste che qui organizzava Pietro Lanza di Branciforte, principe di Trabia.

Intorno alla metà dell'Ottocento, gli eredi di Pietro Lanza si occuparono della sistemazione dei terreni circostanti dando vita ad un parco organizzato secondo i criteri del "giardino romantico", squisito luogo di delizie.

La bellezza del sito e la raffinatezza degli ambienti ne ha fatto nel tempo un polo di attrazione per molte personalità di passaggio per la Sicilia. Dal 1808 sono stati ospiti della Villa, il Re Ferdinando di Borbone e la Regina Carolina, Bismarck, Margherita di Savoia, Jacqueline Kennedy. Qui Wagner soggiornò a lungo e compose il terzo atto del Parsifal, e qui vissero per brevi periodi anche Verdi, Paganini, Rubinstein, Benedetti Michelangeli, Abbado.

Sai tu la terra ove i cedri fioriscono? Splendon tra le brune foglie arance d'oro, pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro, umil germoglia il mirto, alto l'alloro… (Johann Wolfgang von Goethe)

Il genero di Giuseppe Lanza Branciforte, Lucio Mastrogiovanni Tasca, insieme a sua figlia, Beatrice Lanza d'Almerita, trasformarono la villa in quel centro culturale che poi sarebbe diventato punto di riferimento per gli intellettuali dell'epoca. Lucio Mastrogiovanni Tasca "Conte d'Almerita" segnò così una nuova epoca sia per la famiglia sia per la villa.

Insieme decisero di trasformare l'originario giardino all'italiana in una delle versioni più vivaci di "giardino romantico". L'attuale parco deve gran parte della sua bellezza agli interventi voluti dal conte Lucio, per creare proprio qui, a piano Camastra, un tempo solo casina di caccia e vigna di famiglia, un luogo incantevole. Il conte Lucio era stato affascinato dal piccolo legno esotico dei giardini botanici di Palermo e così fu il primo in Sicilia a realizzare un giardino privato con specie esotiche tropicali.

Il giardino di Villa Tasca è stato arricchito da laghetti e fontane. Oltre al laghetto centrale, abitato da tre cigni, è stato aggiunto un lago più grande, che fu poi ulteriormente ampliato, costruito insieme ad una piccola montagna artificiale di grotte. Il flusso di acqua che sgorga, sembra un piccolo ruscello e proprio qui è stato realizzato un piccolo tempio di Cerere con colonne doriche e corinzie. Tutt'intorno, tra i sentieri in terra battuta, diverse statue - tra cui una copia preziosa della Venere Anadiomede - panchine Marbie e sedili di ferro, per assaporare comodamente tanta bellezza.

«Palermo, Museo del Mediterraneo: se volete sapere quel ch'è passato su questi flutti azzurri venite a Palermo. È una città deliziosa, una città dolce, una città profumata. Le sue piazze, le sue vie, i suoi giardini, i suoi monumenti sono magnifici. Ecco la Sicilia: capolavoro della natura, centro d'un mondo, terra illustre, si commovente e si nobile nel suo misterioso destino (Gabriel Hanotaux, documento diplomatico dell'Accademia di Francia, 1853-1944)